L’esercizio fisico ha effetti benefici su chi soffre di artrite reumatoide?

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria sistemica cronica che colpisce le articolazioni. Nello specifico il dolore è causato dell’infiammazione della membrana sinoviale, cioè lo parete interna delle articolazioni.

Si tratta di una patologia che colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini, viene diagnosticata fra i 30 e i 60 anni. Anche se prevalentemente viene diagnosticata in tarda età.

L’AR viene classificata in termini di stato funzionale del paziente, attraverso una tabella che classifica la malattia in base al livello di autosufficienza del paziente da 1-4, dove 1 è autosufficiente e 4 non lo è più. Questa tabella va considerata soprattutto quando si prescrive un programma di esercizio fisico.

Inoltre bisogna considerare anche che la sinovite (infiammazione della membrana sinoviale), la quale è la patologia dominante dell’artrite reumatoide, può causare sintomi reversibili, come la rigidità mattutina. Oppure sintomi irreversibili, dovuti da danni strutturali alle articolazioni.

Con infiammazione sinoviale, i pazienti manifestano comunemente rigidità mattutina prolungata (circa 1 ora). Con una remissione dell’infiammazione, il paziente con AR ha una diminuzione della rigidità mattutina. Durante la sinovite infiammatoria attiva, le articolazioni colpite sono di solito calde, rosse e gonfie.

Esiste una relazione lineare tra il tempo della sinovite attiva e incontrollata e la progressione del danno strutturale articolare. La distruzione articolare di solito inizia entro i primi 1-2 anni dalla malattia.

Segni e sintomi comuni di AR sono dolori articolari, gonfiore, rigidità e contratture, con concomitante debolezza muscolare e affaticamento. I muscoli e i tendini che circondano le articolazioni infiammate tendono a spasmi e accorciarsi, mentre i legamenti sono indeboliti dalla rottura enzimatica del collagene.

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Molti studi hanno stabilito che l’effetto che il dolore ha sulla capacità fisica del paziente gli impedisce di eseguire le attività della vita quotidiana.

Per di più, mostrano anche che il dolore e l’infiammazione limitano l’attività fisica e le prestazioni su tutti i test fisiologici e funzionali.

Di conseguenza questo porta le persone ad una serie di problematiche dovute dall’inattività fisica, come:

  • decondizionamento neuromuscolare,
  • decondizionamento cardiorespiratorio generalizzato,
  • diminuzione del movimento articolare;
  • flessibilità,
  • perdita di forza muscolare,
  • perdita di resistenza muscolare
  • la velocità di contrazione muscolare,
  • perdita della capacità di esercizio
  • diminuzione delle prestazioni funzionali, tra cui camminare e salire le scale.

Questa spirale discendente (cioè la perdita di riserva fisiologica) continuerà a peggiorare a meno che non vengano somministrati trattamenti appropriati.

Molti programmi di esercizio fisico sono stati studiati in gruppi di pazienti con AR. La maggior parte si è concentrata sull’esercizio aerobico, sull’esercizio con sovraccarichi o sui protocolli generali di condizionamento.

In generale, sono riusciti a suscitare un certo livello di miglioramento della flessibilità, funzione neuromuscolare funzione cardiovascolare prestazioni funzionali, riduzione del dolore, sintomatologia della malattia, esercizi per l’autosufficienza, depressione e ansia.

È importante che qualsiasi programma di allenamento inizi con una valutazione accurata delle funzioni fisiologiche per la prescrizione dell’allenamento cardiocircolatorio e dei test per scrutinare la qualità dei movimenti funzionali.

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In questo modo si può prescrivere al paziente con artrite una progressione dell’esercizio che si concentri sul miglioramento dei suoi limiti fisiologici e funzionali.

Ma allo stesso tempo bisogna stare attenti a non esagerare con la quantità e l’intensità dell’esercizio prescritto, per garantire che i pazienti non falliscano nelle prime fasi di un programma di esercizi.

Per il paziente con artrite, è utile iniziare lentamente la progressione dell’esercizio. Partendo utilizzando poche ripetizioni per esercizio e incrementando il numero di ripetizioni, piuttosto che il peso, per consentire al paziente di adattarsi bene agli esercizi.

Soprattutto all’inizio di un programma di allenamento bisogna in tutti i modi prevenire l’esacerbazione precoce e ridurre il potenziale di non conformità.

Per questo motivo è importante affidarsi ad un professionista laureato in Scienza Motoria.

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